Solo una cosa su l’Unità

Domani esce l’ultimo numero de l’Unità. Questa è solo una pessima notizia, sotto tutti gli aspetti (libertà di informazione, questione occupazionale, perdita di ricchezza culturale), checché qualcuno ne dica.
Quello che però mi riesce difficile tacere è che le somme (ingentissime) di finanziamento pubblico, garantite dalla riapertura (2001) ad oggi, evidentemente sono state investite malissimo, se i lettori sono passati da 73.000 (nel 2001 appunto) a 20.000 (oggi). Stride ancor di più il confronto fra i lettori attuali ed i quasi 55.000 del 2009: in cinque anni una restrizione di quasi due terzi!
Possibile che circa 6,5 milioni di euro ogni anno (dal 2001 al 2009), poi diventati circa 3,5 l’anno, non siano stati usati in modo tale da creare un giornale che fosse apprezzato dai suoi stessi lettori?!
L’Unità quindi non è stata uccisa ieri, o ierilaltro, ma in quindici anni quasi ininterrotti di cattiva gestione editoriale. Sarebbe stato bello se, invece, sia la Sinistra sia il “suo” giornale avessero saputo creare un prodotto editoriale e culturale efficace, capace di rispecchiare un certo modo diffuso di vedere il Paese in questo momento storico.
Non è quindi tanto di un “piano di salvataggio” in extremis (il quale comunque sarebbe stato il benvenuto!) che sentiremo la mancanza, quanto piuttosto di questa mancata occasione, in termini di cultura e di valore.

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