“Beppe, esci da questo blog!” 1-0 per Renzi

Un punto, non solo di onore, ma anche di merito politico, è andato oggi a Matteo Renzi. “Beppe, esci da questo blog!” è stata forse l’unica frase compiuta che il Presidente del Consiglio incaricato ha potuto terminare senza essere interrotto e offeso dal capo politico del Movimento 5 Stelle.

E Renzi ha centrato in toto la questione. Beppe Grillo, presentatosi per parlare da solo, per non essere un interlocutore, non per essere consultato (come a maggioranza gli aveva chiesto all’ultimo minuto il “suo popolo” mediante il blog), ma per fare uno show, per fare il suo numero.

Lo spettacolo è stato penoso ed ha rovinato la pausa pranzo a molti di noi. Ma Beppe Grillo, che ho ascoltato attento dal primo all’ultimo minuto, ha fatto una figura meschina, miserabile, da poveretto. Da chi ha voluto adempiere annoiato ad un voto on-line, senza prendere sul serio l’istanza di rinnovamento profondo che tanti italiani hanno chiesto di incarnare a lui ed ai parlamentari eletti nelle sue liste.

La magra figura è proseguita in quella che sarebbe dovuta essere la conferenza stampa della delegazione a 5 Stelle, ed invece si è rivelata una crisi isterica del capo (e con i suoi deputati che gli stavano dietro con la faccia impietrita e molto imbarazzata). Isteria di chi ha probabilmente compreso di aver sbagliato strada, ma non lo vuole ammettere. Isteria di chi ha raccolto i voti su un programma di radicale cambiamento, che però poi non attua, ed anzi si infuria se qualcun’altro cerca di “copiarne” un pezzettino. Ma come, non erano quelli del “voteremo tutto quello che coincide col nostro programma”?

Otto milioni e mezzo di italiani non hanno mandato in Parlamento centosessanta deputati e senatori perché si facesse uno show! E ha fatto quindi benissimo Renzi a chiudere il penoso non-incontro, ma soprattuto a dispiacersi in primo luogo per quegli elettori e per la mortificazione del loro voto. Adesso sta a Renzi dimostrare se – come promette – sarà il nascituro governo a farsi carico di questa sacrosanta istanza di cambiamento che è stata mortificata.

Il quasi premier può avere le carte in regola per fare tutto ciò, ma la partita è appena cominciata. Intanto, 1-0 per Renzi.

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